Knowledge Management come strategia per distanziare i competitor

Per introdurre l’argomento di questo post, è utile cominciare con una storia; questa storia narra di una nave mercantile che all’improvviso ha un’avaria al motore. Una volta che i marinai si accorgono del problema, vengono chiamati gli ingegneri già presenti a bordo della nave per trovare una soluzione, ma tutti i loro sforzi sono vani. Il capitano decide di rivolgersi ad un esperto, e una volta ingaggiato gli chiede di analizzare il motore per poi ripararlo. Una volta arrivato, l’esperto impiega soltanto pochi minuti a visionare il motore. Poi si serve di un martello ed assesta un paio di martellate al motore. Sembra incredibile, ma il motore riprende subito a funzionare. Il capitano della nave e i marinai sono davvero felici e non smettono di ringraziare l’esperto, che una volta tornato a casa, spedisce una fattura comprensiva dei costi che ammontano a 10.000 dollari. Il capitano legge sbigottito l’importo da pagare e scrive all’esperto chiedendogli la ragione di una fattura con un importo così oneroso. La replica dell’esperto mette in luce le seguenti due voci di spesa:

  • riparare il motore – 5 $
  • conoscere dove colpire con il martello per ripararlo – 9995$

Cosa ci insegna questa storia? Ci insegna quanto sia rilevante il potere della conoscenza.

Per quale ragione la conoscenza è così importante per il progresso e l’evoluzione di un’organizzazione? Innanzitutto la conoscenza è fondamentale per l’esistenza di qualsiasi organizzazione. Il progresso nelle aziende si misura su quanto esse sono in grado di elevarsi rispetto ai competitor e su come sono in grado di distanziarli. In questo contesto, la conoscenza non conduce a risultati significati se non diventa il motore propulsore dell’innovazione. Per fare un esempio, basta citare il caso di Nokia, che da azienda leader nella produzione di telefoni cellulari è stata in seguito sorpassata dagli altri competitor perché ha smesso di reinventare ed innovare. Quando i competitor hanno cominciato a progettare e a produrre nuovi modelli di smartphone, Nokia è rimasta vincolata ai vecchi modelli, perdendo quote di mercato. La conoscenza che poteva orientare il cambiamento non è stata utilizzata a dovere in questo caso.

Al giorno d’oggi, buona parte della conoscenza che serve nel mercato del lavoro non viene insegnata nelle scuole e nelle Università nelle quali abbiamo studiato. La maggior parte della conoscenza che utilizzeremo da qui a dieci anni non esiste al momento. Questo ritmo che porta la conoscenza già consolidata a diventare obsoleta mentre nuove fonti di conoscenza vengono progettare e create può creare confusione; tuttavia è proprio dominando questo ritmo che le aziende più performanti riusciranno a sopravvivere in futuro.

Ecco perché il Knowledge Management, da funzione accessoria alle attività di business aziendale si sta trasformando in attività fondamentale che non può essere sottovalutata.

“Il Knowledge Management si riferisce ad un insieme di pratiche e strategie che un’azienda mette in campo per creare, distribuire ed attivare l’adozione di intuizioni strategiche all’interno di esperienze specifiche.” Daniel O’ Leary

Un’azienda che apprende più rapidamente dalla concorrenza, può diventare leader nel suo mercato di riferimento e rimanerci a lungo.

Una best practice che è utile citare riguarda l’esercito americano: negli Stati Uniti accade che, quando un progetto giunge al termine, i membri del team si riuniscono in gruppo e stilano un report strutturato e dettagliato di come si è concluso il progetto. Questo report contiene al suo interno queste 4 domande fondamentali:

1) Cosa ci siamo preposti di fare?

2) Cosa è accaduto veramente?

3) Perché c’è stata questa differenza tra esito atteso ed esito effettivo?

4) Come è opportuno operare la prossima volta?

A queste domande se ne può aggiungere una quinta, utile soprattutto per i professionisti del Knowledge Management:

5) In quale altro reparto dell’organizzazione possiamo trarre beneficio dalla conoscenza appresa?

La condivisione della conoscenza, per essere davvero efficace, sempre di più dovrebbe proiettarsi al di fuori di un singolo reparto aziendale, e portare così nuove soluzioni a problemi e a nodi irrisolti anche in altri reparti.

Fonte: http://linkis.com/hrtecheurope.com/9sUlm

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