Intelligenza artificiale e chatbot cambiano il mondo dell’istruzione

I Chatbots stanno cambiando il mondo sotto vari aspetti, molti più di quelli che possiamo immaginare. Ad oggi sono già perfettamente in grado di compiere diversi tipi di mansioni; ordinare la pizza online piuttosto che giocare con i bot di Murphy. I chatbot stanno diventando sempre di più un elemento normale nella vita quotidiana.

Il campo di applicazione dei chatbot sta diventando, ogni giorno, sempre più ampio e sempre nuove funzionalità stanno emergendo. L’istruzione è sempre stato un settore dove normalmente l’innovazione si muove molto lentamente. Ma negli ultimi anni, c’è stato un grande hype su strumenti tecnologici innovativi in grado di migliorare le modalità di insegnamento e di apprendimento.

È giunto il momento per chatbots e intelligenza artificiale di essere applicati anche al settore educativo. Ci sono già alcuni esempi ma ancora non c’è una domanda così forte da aver fatto sviluppare una tecnologia specifica. Attualmente ci sono Già dei campi di applicazione specifici in questo settore, ma le potenzialità che ci aspettano in futuro potrebbero essere davvero sorprendenti.

 

Perché applicare i chatbot?

Ad oggi le persone tendono sempre di più a trovare soluzioni semplici che permettano loro di raggiungere in autonomia degli obiettivi didattici senza dover ricorrere all’aiuto di altre persone. Anche nel settore educational si sta sviluppando questo trend che ha portato al successo piattaforme come Youtube. Slideshare, Lynda.com. Il vantaggio di utilizzare questi sistemi è dato dal fatto che in primis le persone possono scegliere in autonomia il proprio “piano formativo” senza doversi attenere e corsi pre confezionati. Altro vantaggio consiste nella vantaggiosissima possibilità di poterli seguire ed esercitarsi quando si ha tempo e da qualunque luogo.

Andy chatbot

In alcuni casi c’è la possibilità di avere un proprio insegnante personale che interagisce in real time, one to one. Questo non accade spesso perché questo tipo di piattaforme contano un numero di user molto alto e anche il migliore dei sistemi di gestione non sarebbe in grado di poter organizzare un volume di utenti così alto. Ed è proprio in questo frangente che i Chatbot si stanno ritagliando la loro fetta di mercato: pacchetti educational di primo livello, possono essere gestiti da un Chatbot in grado di restituire esattamente i contenuti richiesti e in grado di interagire con l’utente. Un secondo step, diciamo più avanzato, potrebbe invece essere gestito da istruttori veri!
 
Dal momento che le generazioni di oggi e in particolare quelle del futuro sono sempre più portate ad impiegare sistemi digitali e automatizzati per raggiungere i loro scopi, è lecito pensare che gli insegnanti virtuali verranno sempre più impiegati. Avere uno strumento che istantaneamente permetta ad un utente di poter seguire un corso, un tutorial, un webinar a seconda delle proprie esigenze, è sicuramente un’enorme possibilità.
 
Dal punto di vista esperienzale, l’adozione di tecnologie come i chatbot permette di sperimentare nuovi modelli didattici più coinvolgenti e che permettono l’accesso a contenuti in maniera interattiva. Dimenticate i vecchi libri cartacei e i quaderni per fare i compiti. Oggi imparare è divertente quasi come giocare!

Come vengono impiegati i chatbot?

1. Valutare automaticamente il punteggio di un saggio

Dare una valutazione ad ogni singolo saggio scritto è un compito che richiede molto tempo agli insegnanti soprattutto nel caso di corsi con un alto numero di iscritti. Infatti spesso accade che si formino classi con più di 100 studenti e che sia ancora necessario  dare un feedback ad ogni singolo saggio scritto in poco tempo.

Per ovviare questo problema, sono stati sviluppati alcuni strumenti innovativi, basati su un sistema ad intelligenza artificiale che stanno aprendo la strada a diverse soluzioni  e che un domani potrebbero essere realmente impiegate. Alimentando una machine learning con migliaia di algoritmi e migliaia i saggi, sono in molti a credere che è possibile sostituire il sistema di correzione e valutazione umana con quello svolto dall’AI.

Questo tipo di progetti hanno avuto un forte miglioramento quando la fondazione Hewlett ha promosso un contest tra metodi di valutazione di saggi. Il progetto che ha vinto ha presentato una differenza di 0,81 rispetto ad una valutazione fatta da un insegnate umano. Da allora, ricercatori e studiosi hanno continuato accelerare e migliorare i sistemi in modo che diventino sempre più efficaci. Tuttavia, c’è ancora una forte opposizione e scetticismo nei confronti della reale efficacia di sistemi basati sulla sola tecnologia.

2. Chatbot che aiuta l’apprendimento seguendo l’effetto spaziatura

Ripetere e rivedere vecchie nozioni è giusto quando si sta per dimenticarle; questo è un metodo di apprendimento ottimale denominato effetto spaziatura perché la ripetizione di nozioni e tematiche avviene in un lasso di tempo dilazionato e non tutto insieme.

In base a questo principio l’inventore polacco Piotr Wozniak ha messo a punto un Bot didattico. Questo tiene traccia dei contenuti didattici e delle tempistiche in cui vengono appresi. Grazie all’intelligenza artificiale, l’app è in grado di capire quando si ha più probabilità di dimenticare le informazioni acquisite e ricorda agli utenti di ripeterle. Sono necessarie soltanto un paio di ripetizioni per assicurarsi che tale informazione non verrà mai più rimossa.

Secondo degli studi, studenti che acquisiscono contenuti didattici in maniera intensiva, tendono a dimenticare tutto un paio di settimane più tardi; le scuole e le università dovrebbero invece, puntare a sistemi che riescono a preservare queste nozioni in maniera più duratura. Purtroppo l’app studiata daWozniak è solo un piccolo esempio di come sia possibile coniugare sistemi tradizionali con forme tecnologiche avanzate al fine di ottenere uno strumento a supporto della didattica, che notoriamente è un settore che si muove molto lentamente.

 

3. Valutazione dei corsi e del corpo docenti

L’opinione degli studenti a proposito degli argomenti didattici e delle modalità con cui vengono insegnati, è molto importante per il miglioramento dell’istruzione. Tecnologie moderne come i chatbot, offrono innumerevoli opportunità per ottenere i feedback su docenti e sul loro insegnamento. È possibile utilizzare un chatbot per raccogliere i feedback sia livello qualitativo che quantitativo al termine di un corso in modo tale che queste informazioni possano spingere ad un miglioramento per le edizioni successive.

Il chatbot è in grado di raccogliere questi opinioni attraverso un’interfaccia conversazionale con gli stessi vantaggi che si possono ottenere da un colloquio ‘vero’, ma grazie con la metà dell’impegno richiesto.

4. Watson, l’Assistente Maestro.

Presso il Georgia Institute of Technology, gli studenti sono stati affascinati dal nuovo insegnante, Jill Watson, che è in grado di rispondere alle domande degli studenti in modo davvero veloce e preciso. I ragazzi erano allo scuro della reale identità dell’efficiente insegnante Watson che in realtà si è rivelato essere un computer basato su un sistema di AI. Grazie a questo, il docente virtuale può rispondere alle domande più comuni in maniera veloce senza che lo studente debba affidarsi al sistema di FAQ.

Dopo aver ottenuto un enorme successo Jill Watson, viene applicato in diverse università di tutto il mondo, e dopo è stato il momento anche di BI , assitente virtuale applicato nella Norwegian Business School di Oslo, in Norvegia.

5. Genie, il Chatbot per il Campus

Presso l’Università Deakin nella città di Victoria, in Australia, si sta sviluppando il chatbot per il campus. Proprio come nel caso degli assistenti virtuali applicati all’attività didattica, anche questo robot è progettato su un sistema di AI  simile.

 

Una volta operativo sarà in grado di rispondere alle domande degli studenti relative a tutto ciò che ha bisogno di conoscere riguardo alla vita nel campus. Come trovare la sala dove si sta svolgendo una tale conferenza, come fare domanda di ammissione per un corso attivo nel prossimo semestre,  dove poter trovare parcheggio o dove è la stanza di ricevimento di un tale insegnante ecc. Questo gruppo di informazioni standard e ripetitive possono tranquillamente essere gestite da un Chatbot.

William Confalonieri, promotore di questo progetto presso l’Università Deakin ha dichiarato che:

“L’opportunità più promettente data dalla possibilità di utilizzare questa tecnologia, è quella di poter ottenere un accesso molto più personalizzato ai servizi on-campus. Tale sistema contribuisce a ridurre l’impegno dei docenti nel dover gestire questo tipo di richieste che venivano poste loro dagli studenti.”

Confalonieri spera anche che in futuro prossimo sia possibile espandere le capacità di questo sistema in modo tale che sia in grado di gestire più compiti.

6. Risposte centrato sullo studente

Il sistema educativo attuale può essere paragonato ad una “fabbrica” che produce forza lavoro intellettuale al fine di colmare le esigenze di lavoro future. Con tale similitudine si vuole far riferimento soprattutto al fatto che gli studenti vengono considerati come fossero una materia prima da dove “plasmare” secondo le stesse modalità e le stesse tempistiche. Ma questo sistema può essere applicato ad oggetti inanimati ma non è un buon metodo per gli esseri umani, ognuno unico con le proprie peculiarità e anche tempistiche.

Negli ultimi anni si sta cercando di costruire un nuovo modello educativo, incentrato sugli studenti in quanto persone. Quindi, nella progettazione del piano di studi, vengono in primis considerati gli interessi e le attitudini, le esigenze e gli scopi personali. Il contenuto si adatta alla velocità di apprendimento di ciascun individuo in modo che ciascuno di questi abbia la possibilità di seguire il proprio ritmo secondo le proprie potenzialità senza entrare in competizione con i compagni di corso. Un programma di studi AI-driven dà la possibilità di prevedere statisticamente quali possano essere aree problematiche e studiare un piano che aiuti ogni singolo individuo ad affrontarle con più semplicità.

 Fonte: Chatbot Magazine e Venturebeat

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